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Botta e risposta Matteoli-Bersani su infrastrutture e uscita dalla crisi

dall'inviato Piero Fornara

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12 giugno 2009

Il ministro annuncia che «entro l'anno partirà l'80% delle opere approvate»; il responsabile economia del Pd ribatte che «senza soldi veri, avremo il Pil più basso degli altri»


SANTA MARGHERITA LIGURE – «Entro l'anno potrà partire almeno l'80% delle opere infrastrutturali approvate». Lo ha annunciato il ministro delle infrastrutture e trasporti Altero Matteoli, interveneuto nella prima giornata del convegno dei Giovani Imprenditori a Santa Margherita. Matteoli ha precisato che «a marzo il Cipe ha approvato finanziamenti per 17,8 miliardi. Cinque di questi miliardi sono già partiti e altri ne partiranno entro le prossime settimane. Le infrastrutture che abbiamo approvato secondo le valutazione dei tecnici possono far salire il Pil del 0,7 per cento».

Matteoli ha riconosciuto che in Italia esiste un problema enorme di burocrazia nonostante la legge obiettivo del 2002 abbia notevolmente snellito le procedure: «Restiamo ancora incastrati in una lunga serie di pareri e di approvazioni». Poiché le elezioni sono finite, «credo – ha esortato il ministro – che su alcuni temi come la produzione energetica e la dotazione infrastrutturale non ci debbano essere posizioni di maggioranza e di opposizione. Sediamoci intorno a un tavolo per individuare un percorso virtuoso che, senza prevaricare i territori, porti ad aprire i cantieri».

Il responsabile per l'economia del Pd Pier Luigi Bersani, che ha partecipato a una tavola rotonda subito dopo l'intervento di Matteoli, ha replicatoco che «se non verranno messi un po' di soldi veri, l'Italia sarà il paese che l'anno prossimo avrà il tasso di Pil più basso e una crescita del debito e del deficit». Nel 2010, ha spiegato, «dopo il meno 5 per cento di quest'anno avremo una modesta crescita dello 0,5%, a fronte di un aumento di 1,5 milioni di disoccupati».

Bersani ha osservato che occorre «affrontare la crisi la per quella che è, cioè una situazione difficile, che richiede di mettere benzina in questa economia, di cui gli impreditori sono il motore». Il deputato del Pd ha poi ontestato quella che ha definito una marcia indietro sulle liberalizzazioni: «Si sta tornando indietro su tutte le riforme, ci basterebbe che almeno non si tornasse indietro, soprattutto su materie che possono favorire il potere di acquisto dei cittadini in un momento tanto difficile».

«Siamo gli unici al mondo – ha concluso Bersani – a non avere fatto una manovra economica. Sulla crisi abbiamo avuto la finanziaria con Prodi, poi abbiamo fatto come con i carri armati di Mussolini: abbiamo preso qui e messo là... Se non ci si decide, invece di edulcorare sempre la situazione con dei messaggi tranquillizzanti, saremo il paese che avrà l'anno prossimo il tasso di pil più basso assieme a una crescita del debito e del deficit».

12 giugno 2009
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